Tra i tanti effetti negativi causati dalla pandemia, quello relativo all’incertezza economica è certamente tra i più pesanti in termini assoluti. Per alcuni settori, come quello alberghiero e della ristorazione, il Covid è stata una vera ed autentica mazzata. Ma tutti i comparti industriali, fatto salvo per alcuni limitati casi, sono stati penalizzati dalla comparsa del virus. I mercati finanziari, però, sembrano non avvertire questa crisi.

Una fetta consistente di listini finanziari, infatti, continua a far registrare “massimi storici”, come se la pandemia non fosse più presente nelle nostre vite, ma sia solo un lontano ricordo. A fare da spartiacque è stato, senza alcun dubbio, l’annuncio della scoperta del vaccino da parte di Pfizer: da qual momento, le borse hanno iniziato un vero e proprio rally, nonostante i dati dell’economia, seppur in ripresa, non fossero così entusiasmanti.

Borse: valori “gonfiati” o reali?

Le Borse, talvolta, sono anticipatrici. Ed in molti sostengono che gli attuali rimbalzi sono dovuti, al netto delle ingenti ed abbondanti iniezioni di liquidità delle banche centrali (motore principale del rally), alle previsioni di un 2022 particolarmente positivo a livello economico, grazie all’avvenuta vaccinazione di massa dei cittadini di tutto il mondo e una minor circolazione del virus.

Alcuni titoli, tuttavia, incorporano dei valori ben oltre le ipotesi di ottenere dei significativi utili il prossimo anno. E nei corridoi dell’alta finanza, di conseguenza, serpeggia il timore che possa palesarsi, nelle prossime settimane, una correzione dei mercati. Uno scenario ribassista da alcuni definito “fisiologico”, data la grande corsa effettuata dai listini azionari negli ultimi mesi.

Per chi fa trading, di conseguenza, una domanda serpeggia costantemente: cosa fare nei prossimi mesi? Quali sono quegli asset che possono, teoricamente, essere di supporto durante una fase ribassista dei listini? Non sono tanti, a conti fatti, gli asset difensivi, considerato che i rendimenti dei titoli obbligazionari sono negativi ormai da diverso tempo e tali dovrebbero restare ancora a lungo.

Dare un’occhiata al mondo delle commodities, quindi, potrebbe risultare efficace per far fronte ad un eventuale storno dei listini, avendo cura, però, di scegliere un vero e proprio “bene rifugio”. E l’oro, come noto, lo è per definizione. Un bene al quale piccoli e grandi risparmiatori volgono il proprio sguardo nel momento in cui l’economia o i mercati finanziari mostrano debolezza.

Oro: nei momenti di incertezza dimostra la sua forte resilienza

Se sia conveniente o meno comprare, a titolo esemplificativo, un ETF legato all’oro, non è mai semplice da affermare. Tuttavia, possiamo fare qualche rapida considerazione sul metallo giallo, che, in ogni caso, andrebbe sempre inserito “pro-quota” all’interno di un portafoglio ben strutturato e diversificato, aumentando l’esposizione, eventualmente, nei momenti più propizi.

Allo stato attuale, l’oro vale circa 57000$ e sembra aver iniziato nuovamente a risalire dopo la flessione partita a ottobre, in concomitanza con l’avvio del rally dei mercati azionari: a luglio, il metallo giallo valeva quasi 66000$ e parrebbe esserci spazio, specie se i listini dovessero flettere, per una risalita del valore. Aprire una posizione sull’oro, tramite uno dei tanti asset col quale è possibile venirne in possesso.

Il valore dell’oro, storicamente, è sempre andato in crescendo: cinque anni fa, ad esempio, quotava 40000$. Un incremento che non è ascrivibile solo ed esclusivamente all’avvento della pandemia, seppure, inutile negarlo, abbia dato un grosso contributo alla risalita del prezzo.

L’oro non è una risorsa infinita e la domanda continua ad essere superiore alla richiesta: l’aumento del prezzo ne è la logica conseguenza. Lo sanno bena anche molti comuni cittadini, che possono fare affidamento su alcuni professionisti qualificati, per trasformare i propri beni preziosi in denaro contante, approfittando della quotazione estremamente favorevole di quest’ultimo anno.

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